Il “terreno”, che spesso viene anche comunemente chiamato “suolo”, è la parte superficiale della crosta terrestre, formatasi nel corso di migliaia di anni per effetto dello sfaldamento delle rocce.
Esso, grazie alla sua struttura e ai suoi componenti chimici, viene principalmente sfruttato per dare vita e sostegno ad una pianta ed è per questo che costituisce uno dei componenti fondamentali dell’agricoltura.
Il terreno, in natura, si può dividere in due tipi:
Terreno Naturale E’ un complesso sistema in cui si può trovare una vegetazione di tipo spontanea ed esso costituisce il prodotto dell’insieme di tutti quei processi fisici, chimici, biologici e meccanici che portano alla formazione del terreno attraverso la trasformazione della roccia madre. Questo insieme di processi viene comunemente chiamato “Pedogenesi”. Esso non è sottoposto mai a lavorazioni agronomiche infatti possiamo trovare molteplici varietà di vegetali.
Terreno Agrario E’ un terreno naturale che, grazie alle lavorazioni da parte dell’uomo, viene utilizzato per coltivare specie di vegetali utili. Esso, dal punto di vista agronomico, risulta essere costituito Suolo e dal Sottosuolo.
Il Suolo è suddiviso nei seguenti due strati:
Strato Attivo E’ il più superficiale ed è interessato da continue lavorazioni da parte dell’uomo, inoltre è ricco di molti elementi nutritivi come Humus e Ossigeno, essenziali per la crescita degli apparati radicali delle piante. La profondità di questo è molto importante per le radici: infatti più è profondo lo strato, maggiore sarà la lunghezza delle radici.
Strato Inerte E’ la parte del terreno che non subisce lavorazioni: infatti possiede una formazione compatta e scarsamente permeabile, contiene poco ossigeno ed è costituito prevalentemente da minerali.
Il Sottosuolo invece può avere una profondità diversa a seconda del terreno e può essere composto sia da uno strato pedogenetico sia da roccia madre, di solito non interessati nello sviluppo radicale.
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